Penso che un vero sportivo debba condividere le proprie esperienze anche con chi, per qualsiasi motivo, non ha potuto viverle personalmente. E’ doveroso, generoso, corretto in rispetto del team sportivo di cui si fa parte.
Una squadra di 16 canottieri ha appena vissuto una tra quelle che si possono annoverare tre le “avventure” più emozionanti.
Ne esci soddisfatto per il tuo impegno con la piena consapevolezza della capacità di adattamento che non conoscevi e di cui certamente dubitavi considerata l’età non proprio adolescenziale che ti accompagna. Ti aiuta a combattere ansia e depressione e, oltre a produrre benefici psico-fisici, può incentivare il tuo sviluppo mentale insegnandoti a lavorare in gruppo.
Questo è stato l’Amsterdam Light Festival, una manifestazione remiera attraverso una città che sembra uscita da una fiaba, con palazzi, magazzini, porti e canali plendidamente illuminati.
Noi, 16 vogatori – sembra banale ripeterlo ma è indispensabile farlo – accompagnati
da due splendide persone che, oltre alla qualifica di coaches eccezionali, sento di poter definire “AMICHE”
Sono sempre lì, non ti abbandonano mai, incoraggiano i meno esperti, sono presenti in ogni attività, anche quelle ludiche.
I nomi non servono, sappiamo tutti di chi sto parlando. Il mio ringraziamento va principalmente a loro, ma senza escludere tutti i presenti ad Amsterdam!
E…chi non c’era… dovrà esserci Corinna
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